di Pietro Soldi da La Repubblica Napoli
Le vicende politiche cittadine degli ultimi mesi sembrano fatte apposta per alimentare e giustificare il moralismo indistinto che si ritrova nella grande maggioranza dei commenti sulla attuale situazione napoletana. Si grida allo scandalo per le primarie del centrosinistra sospettate di brogli, per il fenomeno miserabile dei molti voltagabbana, per la maldestra e risibile congiura dei berlusconiani che volevano commissariare il municipio a due mesi dalle elezioni amministrative, e altro ancora. Tutti fatti e comportamenti anomali sotto il profilo politico-morale che denuncerebbero un pantano in cui nulla si salva, a sinistra come a destra. E' questa la cifra del moralismo che cancella la meditata e dialettica lettura delle cose, che resta una esigenza "politica" ineliminabile se si vuole trovare il bandolo dell'azione efficace per il cambiamento. L'opinione pubblica democratica non dovrebbe smarrire la nozione che comunque il centrosinistra e' un pianeta che gira in un'orbita che non va minimamente confusa con quella della destra berlusconiana. Per quanti errori e cadute gli possano essere imputati sullo stretto piano della cosiddetta " questione morale", il suo storico propellente etico-politico e culturale lo rende inconfondibilmente diverso dalla destra che obbedisce ai voleri del Cavaliere di Arcore, ed e' una differenza che vale, e non puo' non valere, sul piano della politica in senso stretto. E' propriamente cio' che molta parte del moderatismo italiano non riesce a vedere, e che cosi cede al moralismo e alla astensione dal voto. E' uno degli elementi che contribuiscono a mantenere alto lo zoccolo duro del berlusconismo, contro cui gli attacchi del centrosinistra sembrano essere insopportabilmente inadeguati... continua a leggere qui
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