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L'ultimo schiaffo del Governo al Sud

08/11/2011

Di Andrea Cozzolino da L'Unità dell'8 novembre 2011

 

L’accordo ratificato ieri a Roma tra il ministro Fitto e il Commissario europeo per le Politiche regionali Johannes Hahn rischia di trasformarsi nell’ennesima beffa ai danni dei cittadini del Sud. Per ottenere lo sblocco di 8 miliardi dall’Europa, il Mezzogiorno pagherà un prezzo pesantissimo in termini di tagli ai trasferimenti statali. L’intesa, che porta l’accattivante nome di “Piano d'azione per il Sud d'Italia”, si fonda infatti sul meccanismo del definanziamento della quota-parte di investimento spettante allo Stato a valere sulle risorse comunitarie. Per scongiurare la restituzione di una fetta rilevante del programma 2007-2013, il Governo italiano aggira i vincoli del patto di stabilità modificando uno dei punti fondamentali dei regolamenti comunitari secondo cui per ogni euro di risorse europee investite è necessario un euro di cofinanziamento da parte dello Stato membro. A conti fatti, quindi, le Regioni del Sud con questo Piano andranno a perdere dai 2 ai 4 miliardi di euro sui loro progetti di sviluppo. Se a questi aggiungiamo i 6,5 miliardi di euro dei fas già “congelati” con la legge di bilancio di quest’anno, per il Sud il saldo investimenti è drammaticamente negativo. Un Governo finito, ispirato dall’asse Tremonti-Lega, sta compiendo l’ennesimo scippo ai danni delle Regioni del Mezzogiorno. Se è comprensibile l’approvazione che nei giorni scorsi hanno dimostrato i Governatori del Sud (lo sblocco dei fondi europei rappresenta comunque una boccata d’ossigeno in un momento drammatico per l’economia), hanno ben poco di che compiacersi il Governo e il centrodestra. È del tutto evidente che il Mezzogiorno e il sistema-Italia nel suo complesso, governati in questo modo, non vanno da nessuna parte. Il principale tallone d’Achille del nostro Paese, insieme al debito pubblico, è un pil a tasso zero da tanti, troppi anni. Per questo occorre una svolta profonda nel governo dell’economia italiana a partire dalle politiche per il Sud, l’area a maggiore sofferenza, ma anche quella con più grandi margini di crescita. Concordare con l’Europa meccanismi e incentivi che favoriscano gli investimenti in conto capitale sui fondi strutturali, finanziare il credito d’imposta e introdurre la tobin tax per avere risorse da destinare al risanamento e all’occupazione: sono misure a forte impatto positivo e realizzabili in tempi rapidi da un governo autorevole a livello internazionale e con una piena legittimazione popolare. Per questo servono elezioni subito. Nei prossimi mesi l’Italia dovrà assumere decisioni che avranno conseguenze per i decenni a venire. Solo una classe dirigente con un forte mandato democratico può assumersi il peso di responsabilità che altrimenti sarebbero insostenibili.