di Emanuele Imperiali da Il Corriere del Mezzogiorno
Il bracciante della Capitanata, scriveva nel 1867 il prefetto Scelsi, "e' in condizione forse peggiore degli animali: un tugurio per abitazione, un tozzo di pane per cibo e un lavoro troppo massacrante per potersi dedicare a qualsiasi attivita' compatibile con la cosiddetta dignita' umana". Ne e' passata di acqua sotto i ponti da allora, ma le condizioni di vita nel foggiano non sono molto migliorate: ora, a differenza dei loro predecessori vengono da lontano, e sono invisibili, stipati in masserie abbandonate, spesso senza acqua ne luce, soggetti alle stesse condizioni disumane. "Nella piana di Gioia Tauro siamo privati dei diritti fondamentali, perche' non abbiamo una sanita' pubblica che funziona, e' pervasiva la presenza della criminalita' organizzata, che condiziona e decide tutto", commenta Silvio Gangemi, consigliere municipale di Cittanova. Spesso sono le associazioni di volontariato, le Ong e la societa' civile a supplire al ruolo delle istituzioni locali. Nel borgo di Cassibile, la frazione di Siracusa che rappresenta il polo agricolo del capoluogo, dove si coltiva il famoso pomodoro Pachino, nel periodo tardo primaverile e fino all'inizio dell'estate si registrano picchi di lavoratori stagionali che superano 500 persone. Medici senza frontiere denuncia la presenza di un nutrito gruppo di lavoratori sub-sahariani costretti a vivere e dormire nello stesso campo di patate in cui lavorano come raccoglitori, senza acqua, luce, bagni ne ripari.... continua a leggere qui
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