Jamila vive a pochi passi dalla piazza dal 1988, ha quattro figli e suo marito fa parte dell'equipaggio di un peschereccio. 1 suoi vicini di casa sono cinesi e ucraini. Di fronte alla sua abitazione c'e' anche una famiglia mazarese. ''Sono molto legata a queste strade - dice la donna tunisina - ogni mattina, dal momento che faccio la casalinga per badare ai miei bambini, prendo scopa e paletta e comincio a pulire il vicolo. Non lo considero qualcosa che non mi appartiene. Per me e' l'ingresso della mia abitazione''.
Così oggi Claudia Brunetto racconta, sull'edizione palermitana di Repubblica, la storia di Mazara del Vallo, citta' salvata dagli immigrati. I nordafricani si sono stabiliti molti anni fa nella zona storica di Mazara, abbandonata e vittima del degrado, ma pian piano hanno ristrutturato con le loro risorse le case, ridando vita al quartiere e spingendo il Comune a ripristinare ora la rete fognaria e l'illuminazione pubblica. L'evento e' stato celebrato con una festa per le vie del centro storico a base di musiche e cibi multietnici a cui hanno partecipato insieme gli immigrati e i mazaresi che stanno tornando anche loro a ripopolare la zona.
''La nostra - dice nell'articolo Nicola Cristaldi, sindaco di Mazara del Vallo - e' una citta' multietnica in cui cerchiamo di superare i concetti di tolleranza e di integrazione. Per parlare, invece, di uno scambio fertile fra culture diverse. Gli immigrati hanno salvato il settore della pesca e quindi la nostra economia. E anche il nostro centro storico che si sta rivalutando dal punto di vista del valore delle case. Gli stranieri si sono rifugiati in quelle che erano baracche e che oggi rappresentano il nostro patrimonio artistico e culturale da tutelare. Questo avra' dei risvolti importanti anche dal punto divista turistico''.
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