di Giuseppe Galasso da Il Corriere del Mezzogiorno
C'e' da sperare che finisca ora la leggenda, per cui i napoletani sopportano tutto, sono incapaci di uno scatto di sdegno e di orgoglio, ignorano la via di proteste risolutive. Essi hanno ora protestato radicalmente contro politici, amministratori e classi dirigenti che da un ventennio hanno in mano la citta', nonche' contro le linee dei grandi partiti per Napoli. Lo hanno fatto in doppio modo: col voto a de Magistris e con un astensionismo da record, e cioe' nel modo piu' civile, lungi dalle tentazioni solite delle piazzate e delle loro violenze, dopo una campagna elettorale fredda e anonima, ma alla fine coinvolgente; e lo hanno fatto sulla linea di tendenze comuni a tutta l'Italia. Percio' il voto di maggio va salutato positivamente anche da chi (come noi) non propendeva per de Magistris; e c'e' da augurarsi che il voto a lui e l'astensionismo annuncino un nuovo civismo, di cui finora si e' dovuta lamentare la carenza. Sulle ultime amministrazioni resta un marchio di responsabilita' dell'aggravamento delle condizioni di Napoli perfino superiore al vero. Non sorprende che lo tsunami elettorale abbia travolto insieme la destra e la vecchia sinistra, vittime di clamorosi errori e sbandamenti. Vedremo che sara' della destra, per la quale la sconfitta, piu' che bruciante, e' distruttiva per gli uomini e i gruppi che l'hanno diretta qui negli ultimi anni, con una non buona fama, coperta solo dai passati successi elettorali... continua a leggere qui
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