di Francesco Prisco da Il Sole 24 Ore
Sul nucleare che sara' incombono, oggi piu' che mai, innumerevoli incognite: l'effetto Fukushima - il progressivo aggravarsi della situazione in Giappone dove ormai e' certa una contaminazione piu' grave di quella causata dal disastro di Chernobyl - attenua anche nelle regioni del Sud le posizioni che, fino all'altro ieri, erano piu' entusiastiche. Dai governatori meridionali arrivano infatti quattro netti "No" e un solo "Ni". Sul nucleare che e' stato qualche certezza c'e', ma non di segno positivo: le esperienze campana e lucana finiscono per essere spesso e volentieri sbandierate da ambientalisti e varie parti politiche per dire ancora e con forza no all'energia atomica. A partire da Sessa Aurunca, il comune della provincia di Caserta che dai primi anni Sessanta fino al 1982 ospitava una centrale a reattore unico da 150 megawatt nei pressi del corso del fiume Garigliano. Diciotto anni di funzionamento per sette incidenti intercorso, nessuno dei quali gravissimo. L'evento che la porto' alla chiusura fu il terremoto dell'Irpinia dell'80. Nel sito - in un'area con gravi problemi ambientali - contiene ancora decine di quintali di materiale irradiato che non si sa come e dove smaltire. Quando il governo Berlusconi ha varato il nuovo piano nucleare, nonostante il referendum dell'87 che bandiva il ricorso a questo tipo di energia, si e' tornato a parlare anche della riattivazione del sito del Garigliano... continua a leggere qui
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